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Una delle prime domande che ci si pone, confrontando il mondo del lavoro italiano e quello australiano, riguarda gli stipendi: a parità di ruolo, si vedono spesso cifre lorde annuali in Australia molto superiori rispetto all’Italia. Ma cosa si nasconde dietro questi numeri? È solo un mero confronto di “lordi” o esistono differenze nel sistema fiscale (e contributivo) che modificano radicalmente il netto in busta? In questo articolo, analizziamo come funzionano le fasce di tassazione in Italia e in Australia, perché in Australia si parla tanto di superannuation e che impatto ha tutto ciò sul budget mensile di un lavoratore.
1. Struttura della tassazione: IRPEF vs. Australian Income Tax
Italia: IRPEF e addizionali regionali/comunali
- IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche): l’aliquota aumenta con gli scaglioni di reddito (da circa il 23% per i primi 15.000 euro fino al 43% oltre i 50.000 euro).
- Addizionali regionali e comunali: variano in base alla regione e al comune di residenza, aggiungendo in media un 1-2% ulteriore.
- Detrazioni e deduzioni: possono abbassare il carico fiscale (es. spese mediche, ristrutturazioni, figli a carico), ma l’effetto non sempre è così incisivo.
Australia: Federal Income Tax e Medicare Levy
- Aliquote federali progressive: a titolo esemplificativo, per l’anno fiscale 2022-2023, non si paga tassa sui primi 18.200 AUD, poi si sale con aliquote del 19%, 32.5%, 37% e 45% a seconda dello scaglione.
- (Attenzione: queste percentuali e scaglioni possono cambiare periodicamente, e i valori variano a seconda del budget governativo).
- Medicare Levy (2% circa): finanziamento del sistema sanitario pubblico. Per redditi medi o alti, si aggiunge il Medicare Levy Surcharge (1-1,5%) se non si ha un’assicurazione privata.
- No addizionali comunali: la tassazione sul reddito è di livello federale, con qualche differenza negli sconti/crediti a seconda dello Stato, ma in generale è centralizzata.
Conclusione: in Italia, tra IRPEF e addizionali, si può arrivare anche oltre il 40-45% di prelievo effettivo per redditi medio-alti. In Australia, chi guadagna un reddito annuo di 60-80.000 AUD rientra in uno scaglione intorno al 32.5-37% più Medicare Levy, ma la fascia di reddito esente (tax-free threshold) di 18.200 AUD riduce il carico fiscale effettivo, soprattutto per i redditi medio-bassi.
2. Superannuation vs. contributi previdenziali italiani
Italia: contributi INPS e pensione
- Contributi previdenziali: il datore di lavoro (e il lavoratore) versano una quota percentuale rilevante dello stipendio lordo all’INPS. In genere, per i dipendenti privati, la quota totale può superare il 30% del lordo, ma buona parte è a carico dell’azienda (mentre in busta paga appare la quota a carico del lavoratore).
- Pensione pubblica: la pensione è basata sul metodo contributivo (quanto si è versato) e su altri fattori legati all’età pensionabile e all’anzianità contributiva.
Australia: Superannuation
- Tasso di contribuzione: il datore di lavoro versa obbligatoriamente un contributo pensionistico (Superannuation Guarantee) a favore del dipendente su un fondo pensione privato. Attualmente (2023) è all’11% del lordo, con prospettiva di aumenti futuri (fino al 12% nei prossimi anni).
- Gestione privata: i fondi superannuation sono gestiti da società apposite (retail o industry funds), e il lavoratore può scegliere il proprio fondo e come investire. Di solito, non si può ritirare prima dell’età pensionabile (se non in situazioni particolari).
- Impatto sullo stipendio: questa quota (11% circa) è oltre il tuo lordo, quindi non toglie direttamente dallo stipendio base (a meno che il contratto non specifichi “inclusive of super”). Perciò un annuncio di lavoro australiano potrebbe dire: “60.000 AUD + superannuation”, e ciò significa che percepisci 60.000 AUD lordi annui, mentre l’azienda versa un extra 6.600 AUD al tuo fondo super.
Interpretazione: In Italia, i contributi previdenziali incidono direttamente sullo stipendio lordo, in Australia la “super” è spesso comunicata come extra. Il paragone tra un lordo italiano e un lordo australiano può risultare ingannevole se non si considera questa differenza strutturale.
3. Stipendi “lordi” alti in Australia: il “netto” quanto incide?
Molte offerte di lavoro australiane menzionano importi annui apparentemente elevati (es. 70-80.000 AUD lordi). Ma bisogna sottrarre:
- Income Tax: scaglioni progressivi, dal 19% dopo i primi 18.200 AUD fino a 32.5% o 37% su range successivi.
- Medicare Levy (2% circa) e, per redditi alti senza assicurazione privata, la “Medicare Levy Surcharge” (da 1 a 1,5%).
- Possibili franchigie o tax offsets: sconti fiscali per spese di formazione, figli a carico, ecc.
- Superannuation: la parte di Super non viene detratta dal netto che ricevi in busta, ma è un contributo separato “accantonato” per la pensione (alcuni contratti, tuttavia, indicano “package inclusive of super”, riducendo la quota di stipendio effettivo).
Scenario:
- Se un lavoratore guadagna 80.000 AUD lordi (≈ 51.200 EUR con cambio 1 AUD = 0,64 EUR), dopo le tasse potrebbe arrivare a un netto di circa 61-64.000 AUD annui (dipende dalle detrazioni, dalle fasce, etc.), a cui si sottrae poi il 2% di Medicare Levy, ottenendo un netto annuale di 59-62.000 AUD, cioè circa 38-40.000 EUR. Mensilmente, parliamo di circa 3.200-3.300 EUR netti. Ciò può sembrare alto rispetto a molte retribuzioni italiane, ma va rapportato al costo della vita (affitti, trasporti, etc.).
4. Detrazioni e sistema di rimborso in Italia e Australia
Italia
- Nella dichiarazione dei redditi (modello 730, Redditi PF), si possono portare in detrazione spese mediche al 19%, interessi passivi del mutuo, assicurazioni sulla vita, spese universitarie. Il rimborso arriva in busta paga o pensione nei mesi successivi.
- Le detrazioni per familiari a carico riducono l’IRPEF mensile, ma le soglie di reddito e di sconti variano spesso.
Australia
- Il sistema di tax return si effettua alla fine dell’anno fiscale (1 luglio – 30 giugno). Il lavoratore compila un tax return (dichiarazione) online o tramite un commercialista, dichiarando i redditi e le spese deducibili (es. strumenti di lavoro, uniformi, donazioni, spese di formazione).
- L’ufficio tasse (ATO) calcola se il lavoratore ha pagato troppe tasse (con PAYG withholding) e, in caso affermativo, restituisce un rimborso.
Conclusione: entrambi i Paesi hanno meccanismi per ridurre il carico fiscale tramite detrazioni, ma i criteri e le spese ammesse differiscono (l’Australia è più permissiva su spese legate al lavoro, l’Italia su spese mediche e familiari a carico).
5. Contributi e sicurezza sociale: cos’altro c’è da sapere?
Italia
- TFR (Trattamento di Fine Rapporto): ogni anno, il datore di lavoro accantona una quota della retribuzione (circa il 6,91%) che verrà liquidata a fine rapporto. Se si sceglie, la si può versare in un fondo pensione integrativo.
- Spese sanitarie: coperte in gran parte dal SSN, con ticket su farmaci e prestazioni specialistiche.
Australia
- Disoccupazione e sussidi: esistono meccanismi di sostegno (JobSeeker Payment), ma i requisiti sono stringenti e la cifra non è molto elevata.
- Assicurazioni: la sanità pubblica (Medicare) copre gran parte dei costi essenziali, ma molti cittadini sottoscrivono polizze private (120-200 AUD/mese, 77-128 EUR/mese) per evitare code o coprire servizi non rimborsati.
- Super e TFR: in Australia non esiste un TFR come in Italia. Se si termina il rapporto di lavoro, lo stipendio semplicemente cessa, mentre la superannuation rimane investita fino all’età pensionabile (o a particolari condizioni di ritiro anticipato).
6. Un esempio numerico di confronto
Scenario ipotetico
- Italia: stipendio lordo annuo di 36.000 EUR (3.000 EUR lordi/mese). Supponendo contributi e IRPEF + addizionali, il netto potrebbe aggirarsi sui 1.900-2.000 EUR/mese.
- Australia: stipendio lordo annuo di 65.000 AUD (≈ 41.600 EUR con cambio 1 AUD = 0,64 EUR). Aggiungiamo un 11% di super (7.150 AUD ≈ 4.576 EUR) non versati al lavoratore ma nel fondo pensione. Il netto, dopo tasse e Medicare, può essere intorno ai 52-54.000 AUD (≈ 33.300-34.600 EUR) all’anno, cioè circa 2.775-2.880 EUR mensili.
- Differenza: in Australia si guadagna (netto) un 20-40% in più a parità di ruolo, ma occorre considerare che il costo della vita (affitti, childcare, bollette) è spesso più elevato. Inoltre, la quota di superannuation (oltre 4.500 EUR) non è toccabile finché non si raggiunge l’età pensionabile (o altre condizioni speciali).
7. Perché gli stipendi “sembrano più alti” in Australia?
- Annunci di lavoro: spesso indicano un pacchetto “base + superannuation”. Quindi, se un’offerta recita “80.000 AUD + 11% super”, il totale teorico è di 88.800 AUD, una cifra che appare decisamente allettante se confrontata con lordi italiani. Ma parte di quei soldi (super) non va in busta mensile.
- Scaglioni di reddito e soglie esenti: l’Australia ha una soglia di esenzione di 18.200 AUD che riduce il carico fiscale per i redditi medio-bassi. Questo fa sì che i primi dollari di stipendio siano tassati molto meno che in Italia, dove il primo scaglione IRPEF parte già con il 23% su gran parte del reddito.
- Concorrenza sul mercato del lavoro: in Australia, la carenza di manodopera in certi settori (IT, edilizia, sanità) spinge i datori di lavoro a offrire retribuzioni più alte, almeno a livello lordo.
- Costo della vita: la percezione di “stipendi alti” si scontra con prezzi elevati per affitti, childcare, istruzione universitaria e certi beni importati. Così, il potere d’acquisto effettivo potrebbe non essere così vantaggioso come i numeri lordi lasciano intendere.
8. Conclusioni
Le buste paga “australiane” possono risultare apparentemente molto più alte di quelle italiane, ma bisogna considerare:
- Superannuation: è un extra obbligatorio versato dal datore di lavoro che non entra nel netto mensile (se non alla pensione).
- Fasce di tassazione: in Australia, i primi 18.200 AUD non sono tassati, il che avvantaggia i redditi medio-bassi, ma i redditi più alti possono arrivare a un’aliquota del 37-45%.
- Costo della vita: affitti e servizi in città come Sydney o Melbourne sono molto elevati, riducendo l’effetto benefico di uno stipendio lordo alto. In Italia, al netto di un prelievo contributivo più pesante, si vive con costi generalmente più bassi per case, servizi pubblici e sanità.
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