Parte 1 – Crescere bambini bilingui in Australia: un’opportunità o una sfida?

Il bilinguismo è spesso visto come un grande vantaggio per i bambini che crescono in famiglie italiane in Australia. Parlare due lingue apre più opportunità, sviluppa il cervello e permette di mantenere un legame forte con le proprie radici culturali. Tuttavia, non tutti i bambini italiani che crescono in Australia accettano spontaneamente il bilinguismo, e in molte famiglie si verifica un fenomeno inaspettato: i bambini iniziano a rifiutare l’italiano e preferiscono parlare solo in inglese.

Per i genitori, questo può essere fonte di frustrazione. Dopo tanti sforzi per mantenere la lingua italiana in casa, può essere difficile accettare che il proprio figlio non voglia più parlare la lingua materna. Ma perché succede? È normale? Si può fare qualcosa per evitarlo?

In questa prima parte, analizzeremo i vantaggi del bilinguismo, i rischi e le difficoltà più comuni, e perché alcuni bambini italiani smettono di parlare italiano dopo il trasferimento in Australia.


1. Perché il bilinguismo è un vantaggio per i bambini?

Molti genitori italiani vogliono che i loro figli crescano bilingui, e per buoni motivi. Parlare due lingue ha enormi benefici cognitivi, educativi e culturali.

Benefici cognitivi:

  • I bambini bilingui sviluppano migliori capacità di problem solving e pensiero critico.
  • Hanno maggiore flessibilità mentale e riescono a passare più facilmente da un compito all’altro.
  • Sono più abili nel riconoscere schemi e nel memorizzare informazioni.

Benefici educativi e professionali:

  • Parlare due lingue facilita l’apprendimento di altre lingue in futuro.
  • Avere una seconda lingua è un enorme vantaggio per la carriera universitaria e lavorativa.
  • Molte aziende in Australia apprezzano i candidati bilingui, soprattutto nei settori della diplomazia, del commercio internazionale e del turismo.

Benefici culturali ed emotivi:

  • Il bilinguismo aiuta a mantenere un legame forte con la cultura e la famiglia d’origine.
  • I bambini bilingui hanno una maggiore apertura mentale e una visione più globale del mondo.
  • Parlare italiano permette loro di comunicare con i nonni e i parenti in Italia, rafforzando il senso di appartenenza alla famiglia.

Tuttavia, nonostante questi vantaggi, non tutti i bambini bilingui continuano a parlare italiano con entusiasmo. In Australia, molti bambini italiani iniziano a preferire l’inglese e, con il tempo, smettono di parlare italiano del tutto.


2. Perché alcuni bambini rifiutano di parlare italiano?

Quando una famiglia si trasferisce in Australia, i bambini vengono immersi in un ambiente in cui l’inglese è dominante. A scuola, nei negozi, con gli amici e nei media, tutto è in inglese. Se l’italiano non è mantenuto attivamente in casa, può facilmente diventare una lingua secondaria o addirittura “inutile” per il bambino.

Ecco alcune delle ragioni più comuni per cui i bambini italiani smettono di parlare italiano:

  • Pressione sociale e desiderio di integrazione
    I bambini vogliono essere come i loro coetanei e sentirsi accettati. Se l’italiano viene visto come qualcosa di “diverso”, potrebbero smettere di usarlo per evitare di sentirsi esclusi. Alcuni bambini, specialmente tra i 6 e i 12 anni, iniziano a vergognarsi di parlare italiano in pubblico, perché vogliono conformarsi agli amici madrelingua inglesi.
  • L’inglese diventa la lingua dominante
    Se un bambino passa la maggior parte della giornata a scuola, in attività extrascolastiche e con amici che parlano inglese, l’inglese diventa la lingua più naturale per lui. A casa potrebbe iniziare a rispondere in inglese anche se i genitori parlano in italiano, perché il cervello ha ormai “spostato” la lingua principale.
  • Associazione dell’italiano a contesti formali o a rimproveri
    Se l’italiano viene usato solo per dare regole, fare domande scolastiche o rimproverare il bambino, potrebbe associarlo a momenti negativi e preferire l’inglese per comunicare in modo più libero.
  • Difficoltà nel trovare altri bambini italiani
    Se il bambino è l’unico della sua classe o del suo gruppo di amici a parlare italiano, potrebbe non avere motivazioni concrete per mantenere la lingua, perché non la vede come utile nella vita quotidiana.
  • Genitori che cedono all’inglese
    Molti genitori iniziano parlando italiano in casa, ma poi cedono e passano all’inglese quando vedono che il bambino risponde in inglese. Se il bambino capisce che può comunicare con i genitori in inglese, l’italiano perde importanza.

3. Bilinguismo passivo: il fenomeno dei bambini che capiscono l’italiano ma non lo parlano

Un fenomeno comune tra i bambini italiani in Australia è il bilinguismo passivo: il bambino capisce l’italiano perfettamente, ma si rifiuta di parlarla attivamente.

Questo succede quando:

  • Il bambino ha sempre sentito parlare italiano in casa, ma ha risposto in inglese.
  • Non ha mai avuto bisogno di usare l’italiano nella vita quotidiana.
  • Ha vissuto in un ambiente in cui l’inglese è stato sempre più pratico e utile dell’italiano.

I genitori spesso si chiedono se sia possibile “recuperare” l’italiano in questi casi. La risposta è sì, ma serve una strategia specifica per stimolare il bambino a parlare attivamente la lingua, e non solo a capirla.

Nella seconda parte di questo articolo vedremo le migliori strategie per mantenere vivo l’italiano nei bambini italiani in Australia, come far sì che parlino senza sentirsi obbligati e quali metodi funzionano meglio per far convivere armoniosamente le due lingue.

Parte 2 – Come mantenere vivo l’italiano nei bambini italiani in Australia

Dopo aver analizzato i motivi per cui alcuni bambini italiani in Australia smettono di parlare italiano, la domanda più importante per i genitori è: si può fare qualcosa per evitare che succeda?

La risposta è sì. Mantenere l’italiano vivo è possibile, ma richiede un approccio strategico e costante. Non basta semplicemente “parlare italiano a casa” e sperare che il bambino lo mantenga naturalmente: bisogna rendere la lingua utile, divertente e parte integrante della sua vita quotidiana.

In questa seconda parte, vedremo le strategie più efficaci per aiutare i bambini a parlare italiano senza forzarli e come bilanciare al meglio il bilinguismo per evitare che l’italiano venga messo da parte.


1. Parlare italiano a casa… ma nel modo giusto

Uno degli errori più comuni dei genitori italiani in Australia è usare l’italiano solo in contesti formali o quando si danno regole e istruzioni. Se l’italiano è associato solo a momenti di “autorità” e non a situazioni spontanee e divertenti, il bambino sarà meno motivato a parlarlo.

Come usare l’italiano in modo naturale e coinvolgente?

  • Conversazioni quotidiane su argomenti interessanti → Parlare di film, giochi, sport e curiosità in italiano aiuta a creare un’associazione positiva con la lingua.
  • Evitare di correggere ogni errore → Se il bambino usa una parola in inglese nel mezzo di una frase italiana, non bisogna interromperlo o correggerlo rigidamente. L’importante è che continui a parlare.
  • Fare domande aperte → Invece di chiedere “Com’è andata la scuola?” (a cui il bambino potrebbe rispondere con un semplice “bene”), provare con domande più articolate come: “Qual è stata la cosa più divertente che hai fatto oggi a scuola?”

L’obiettivo è far sì che l’italiano diventi una lingua viva e utile per esprimere emozioni, racconti ed esperienze, non solo un obbligo imposto dai genitori.


2. Creare opportunità per usare l’italiano con altri bambini

Un bambino avrà molta più motivazione a parlare italiano se vede che la lingua non è solo “la lingua di mamma e papà”, ma qualcosa che gli permette di comunicare anche con altri coetanei.

Se possibile, è utile:

  • Organizzare playdate con altre famiglie italiane → Anche se il bambino parla inglese con i genitori, sarà più incentivato a usare l’italiano se vede che altri bambini lo parlano.
  • Iscriverlo a scuole italiane del sabato o corsi di lingua → In molte città australiane esistono scuole di italiano per bambini expat, che aiutano a mantenere la lingua attiva.
  • Partecipare a eventi e gruppi italiani → Club culturali, feste italiane e gruppi comunitari sono ottime occasioni per esporre i bambini a un ambiente bilingue.

3. Rendere l’italiano “utile” nella vita quotidiana

Uno dei motivi principali per cui i bambini smettono di parlare italiano è che non lo vedono come una lingua utile nella loro vita quotidiana. Se tutto ciò che riguarda il divertimento, la scuola e gli amici è in inglese, è normale che l’italiano venga messo da parte.

Per evitare questo, si può:

  • Usare l’italiano per attività quotidiane → Cucinare insieme ricette italiane, guardare film in italiano, ascoltare canzoni italiane, giocare a giochi da tavolo in italiano.
  • Viaggiare in Italia quando possibile → Un’esperienza in Italia, anche breve, può rafforzare l’importanza della lingua e motivare il bambino a parlarla.
  • Creare “zone linguistiche” in casa → Alcune famiglie scelgono di parlare solo italiano in certi momenti della giornata (a tavola, prima di dormire, durante i giochi).

4. Evitare la battaglia linguistica: come gestire il rifiuto dell’italiano senza forzature

Se un bambino inizia a rifiutare l’italiano e a rispondere solo in inglese, la reazione naturale di molti genitori è quella di insistere e correggerlo continuamente. Ma forzare la lingua può avere l’effetto opposto e creare un vero blocco.

Cosa fare se il bambino non vuole più parlare italiano?

  • Non insistere troppo, ma continuare a parlare italiano → Anche se il bambino risponde in inglese, i genitori possono continuare a parlargli in italiano. Nel tempo, l’esposizione costante farà la sua parte.
  • Usare la strategia dell’eco → Se il bambino dice una frase in inglese, si può ripeterla in italiano in modo naturale, senza farla sembrare una correzione (“Mamma, today at school we did a drawing!” → “Ah, che bello! Avete fatto un disegno oggi a scuola?”).
  • Trovare un modo per motivarlo senza pressioni → Leggere libri illustrati in italiano, guardare film con sottotitoli, giocare a giochi interattivi in italiano può farlo sentire più a suo agio con la lingua senza obbligarlo a parlarla attivamente.

L’importante è evitare di trasformare l’italiano in un dovere o in un motivo di conflitto. Se il bambino percepisce che parlare italiano è un’imposizione, sarà ancora meno propenso a farlo.


5. Il bilinguismo a lungo termine: cosa succede quando i bambini crescono?

Molti genitori si preoccupano quando vedono che il loro bambino rifiuta l’italiano, ma è importante sapere che il bilinguismo non si perde completamente, nemmeno se il bambino smette di parlare attivamente l’italiano per qualche anno.

Anche se un bambino passa un periodo in cui parla solo inglese, il cervello mantiene comunque una conoscenza latente dell’italiano. Molti ragazzi che da piccoli hanno rifiutato l’italiano, da adolescenti o adulti lo riprendono spontaneamente, soprattutto quando si rendono conto che può essere utile per il lavoro, per i viaggi o per comunicare con la famiglia in Italia.

L’importante è non arrendersi mai completamente e continuare a esporre il bambino all’italiano in modo naturale. Anche se per un periodo risponderà solo in inglese, la conoscenza della lingua rimarrà sempre presente e potrà essere riattivata in futuro.


Conclusione: il bilinguismo è un investimento sul futuro

Mantenere l’italiano vivo in una famiglia italiana in Australia può sembrare una sfida, ma con le strategie giuste è possibile far crescere i propri figli con due lingue senza stress e senza forzature.

I punti chiave per favorire il bilinguismo sono:

  • Usare l’italiano in contesti naturali e piacevoli, non solo per dare regole.
  • Creare opportunità per parlare italiano con altri bambini e con la comunità italiana.
  • Rendere l’italiano una lingua “utile” e parte della vita quotidiana.
  • Evitare conflitti linguistici e lasciare che il bambino impari senza pressioni.

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